Animazione sovietica d'autore
Una volta ho visto per caso sulla Rai questo cartone animato sovietico: “l’airone e la gru” (Цапля и журавль). Plauso alla Rai per averlo trasmesso in russo con il sottotitolo in italiano.
Animazione di soli 10 minuti scarsi del 1974, scritto e diretto da Jurij Norstein. La storia è tutta un susseguirsi di proposte di matrimonio rifiutate e pentimenti postumi.
Insomma, un’educazione sentimentale per bambini…anche se a me sembra più che l’autore avesse delle turbe sentimentali personali e ha creato questo cartone sulle sue vicende. La voce narrante in alcuni tratti è anche un po' inquietante, soprattutto all’inizio quando cerca di canticchiare la musica che accompagna tutto il cartone.
Un altro cartone che ho visto di questo regista-autore è “il riccio nella nebbia”, (Ёжик в тумане) del 1975.
Devo dire che quest’ultimo è particolarmente inquietante. Lo sguardo catatonico del riccio mette i brividi. La storia è ancora più semplice, se non addirittura inesistente.
Questo riccio sa contare le stelle, un giorno si perde per via della nebbia e infine ritrova la strada di casa ma nonostante si sia salvato, anche dall’annegamento, non smette di pensare al cavallo che ha visto in quel viaggio onirico tra la nebbia.
A me questo cartone è sembrato carico di elementi mitologici: il pesce che lo salva era forse una rusalka? Il cavallo un unicorno? Il gufo (che metteva l’ansia) è il tipico elemento di tutte le fiabe-favole in cui ci si smarrisce per i boschi, Biancaneve docet.
L’elemento invece tipico russo è l’orso. L’orso c’è sempre, in ogni storia, in ogni cartone animato anche contemporaneo come “Masha e l’orso” (Маша и Медведь).
L’orso è l’animale amato e temuto di Russia, tanto che il suo nome in russo è il risultato di un tabù linguistico. Медведь, infatti significa, il mangia miele. Il tabù nasce dalla paura che ne avevano i cacciatori visto che in Russia le foreste sono enormi e la popolazione di orsi è davvero numerosa.
Una piccola idea che mi è venuta in mente durante la visione del riccio nella nebbia, è il sogno di Tanja dell’Evgenij Onegin. C'è una connessione?
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